
Partenza da Pasto con Minibus Volkswagen della compagnia Generatiòn alle 09.30 e arrivo a Ipiales alle 11.30, quindi dopo due ore. Noi ci siamo ben sistemati davanti nella cabina di guida e con ottima vista per scattare fotografie. Appena partiti dal Terminale dei Bus ci saltano subito all'occhio le lunghe file di auto e moto davanti alle stazioni di servizio. Il nostro autista ci dice che
 |
VW bus come il nostro! |
sono in fila per fare benzina che manca a causa del 'bloque de la carretera Panamericana' ad opera degli indigeni che protestano per i loro diritti. Per maggiori info sul 'bloqueo' vedi il post del 17 marzo del nostro percorso da Cali a Popoayan. Davanti ad ogni stazione di benzina lo stesso scenario; centinai in paziente fila d'attesa. Chiedo all'autista se noi ne abbiamo abbastanza, e lui mi dice che si, ma poi deve andare a fare il pieno in Ecuador per ritornare.Alla partenza da Pasto il tempo e nuvoloso e fresco, anche perché qui siamo a 2'600 metri di altitudine. Poi però sul percorso arriva anche un po di pioggia. Incontriamo anche molti cantieri in atto per allargare l'autopista a
 |
Lavori in corso sulla Panamericana |
4 corsie.
Il paesaggio è molto variato con enormi cañon e montagne che qui a questa altezza sono con poca vegetazione, a parte gli eucaliptus che non sono certamente autoctoni. La vegetazione è composta qui prevalentemente di cactus ed erba alta e molto robusta.
Arrivati a Ipiales, dove pioviggina ed è fresco, ci rifugiamo a pranzare al ristorante Mowe, vicino al Terminal dei Bus. Ben rifocillati prendiamo poi un taxi, convenendo di di farci portare, prima a visitare il santuario di Las Lajas e poi al posto di frontiera di Rumichaca.
 |
Las Lajas vista da lontano con la pioggia |

Il santuario di Las Lajas, vedi
Wikipedia, è una costruzione veramente sbalorditiva con la sua ubicazione a strapiombo su una valle ripidissima.
Ha dell'incredibile pensando come abbia potuta essere costruita in queste dimensioni e in un posto del genere. Las Lajas è uno dei centri di pellegrinaggio più popolari e frequentati dell'intera America Latina … un posto da assolutamente visitare, anche se come per noi oggi piove!
 |
Lasciamo di malincuore la Colombia |
Sempre sotto la pioggia arriviamo poi verso le 13.30 al posto di frontiera fra la Colombia e l'Ecuador di Rumichaca. Scesi dal taxi sotto la pioggia che ci ha costretti a metterci la mantellina per procedere a piedi; prima alla Migracion per uscire dalla Colombia e poi quella per entrare in Ecuador. Fra le due vi è l'attraversamento a piedi del ponte che divide i due paesi. Qui, sul ponte, vi erano molti poliziotti a controllare i passanti, tanti anche con bambini. La situazione era abbastanza caotica per la strettezza del passaggio obbligato dei pedoni nelle due direzioni!. Notato anche la presenza della Croce Rossa, presumo per accogliere ed aiutare i migranti in difficoltà con i loro documenti. Noi però
 |
Siamo in Ecuador |
 |
Verso la valle del Rio Chota |
passiamo rapidamente e alle 14.15 siamo già in Ecuador. Dalla frontiera con taxi in 20 minuti arriviamo poi al Terminal dei Bus di Tulcan, dove troviamo subito un bus grande e comodo, della compagnia VeloTax per Ibarra, sul quale sto scrivendo il testo del presente post. Dalla frontiera a 2'700 m scendiamo nella fertile valle del fiume Chota
 |
Estese pittoresche piantagioni di fiori |
fino ai 1'800 metri di Ibarra dove veniamo scaricati in centro sulla strada principale, dato che il Bus procede poi per Quito. Troviamo poi a pochi passi l'hotel Turismo, che malgrado dall'esterno appaia come decrepito, all'interno è confortevole, pulito e tranquillo. A cena andiamo poi al vicino ristorante cinese Chifa
 |
L'hotel Turismo a Ibarra .. all'interno è meglio! |
Felicidad, dove ci facciamo servire 'camarones al tamarindo' per Maggie e 'pescado al curry' per me, il tutto 'bagnato con l'ottima 'cerveza ecuadoreña Pilsen'.
Anche in Ecuador come negli altri paesi visitati la 'cerveza', se servita 'bien fria' è molto buona e costa poco.
Nessun commento:
Posta un commento