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09.03.2019: da Honda a Manizales

Uno dei 40 ponti di Honda
Iniziato la giornata constatando la mancanza d'acqua in camera. Qui siamo scesi dai 2'650m di ieri a Zipaquirà ai 230 msl/m di oggi a Honda; per cui il calore e la necessità di fare una rinfrescante doccia si fa sentire già alla mattina presto. Vado a chiedere spiegazioni alla ricezione che mi da semplicemente le chiavi di un'altra camera che ha l'acqua potabile. Partiamo poi a piedi dal nostro albergo per andare in centro a Honda per trovare, con colazione in una rustica  panetteria davanti al mercato dove compero


Mangostani da buttare
 due avocado e una porzione di 'mangostani'. Gli avocados sono ottimi, mentre i mangostani sono da buttare in quanto già marci all'interno. Dopo aver visitato la plaza con la cattedrale e le viuzze della vecchia Honda coloniale rientriamo in camera per mettermi al LapTop e cercare e poi prenotare il volo di ritorno di questo viaggio. Ritorneremo da Guyaquil a Milano il lunedì 25 di marzo con un volo di Air Europa. Per mia fortuna riesco a pagare il volo ancora con la carta di credito persa ieri a Zipaquirà. Fatto questo prima di far bloccare la carta e cercando di limitare il danno nel caso qualcuno cercasse di utilizzarla.
Il nome della città proviene dagli indios 'Ondaimas' che
popolavano il territorio del Rio Magdalena prima degli spagnoli Honda viene anche chiamata città della pace per essere stata risparmiata dalle ondate di violenze che hanno afflitto la Colombia negli anni 50 – 70.
Verso mezzogiorno lasciamo l'hotel per andare in taxi al Terminal dei Bus e partire verso
Manizales a, come ci dicono, quattro ore da qui.
Per essere più rapidi optiamo per il viaggio con un minibus rapido che parte alle 13 dal terminal. Sul bus con noi viaggiano anche altri due turisti, un canadese ed un

giovane colombiano che parla molto bene l'inglese.  Per forza perche lavora a Bogotà per un Call Center della Banca dove lavora il canadese. Con il, molto loquace, canadese che che siede al mio lato faccio una lunga conversazione scambiandoci informazioni sui reciproci viaggi, visto che lui ci dice di conoscere bene la regione 'cafetera' che ha visitato l'anno scorso. Il percorso di oggi è molto impegnativo e variato.
Dopo la prima mezz'ora dalla partenza la strada, per fortuna in ottime condizioni, comincia a salire fra stupende colline e valli di un verde stupendo.
I paesaggi mozzafiato che vediamo sono caratterizzati dalle coltivazione dei platani (banane da cuocere), canna da zucchero, e più in alto, dal cafè.
Oggi abbiamo, differentemente dei giorni scorsi, un autista un po' spericolato che all'entrata in una curva senza visuale, in una manovra di sorpasso, rischia di scontarsi con un camion che scende
in senso opposto. Siamo riusciti a passare fra i due camion per pochi cm ad ogni lato!!
Tragitto odierno: da Honda (Dip. Tolima), Fresno, Venteadero, Delgaditas, Paramo de Letras, qui siamo a ben 4057 m di altitudine, La Esperanza, Manizales (Dip. Caldas). Oggi abbiamo raggiunto, il con il Paramo de Letras, il punto più alto raggiungibile su strada asfaltata di tutta la Colombia. Peccato che in questa parte del percorso era nuvoloso e nebbioso e non abbiamo potuto vedere gran che
 del del paesaggio circostante. Avremmo per esempio potuto vedere il vulcano attivo del Nevado del Ruiz di ben 5'400 m di altitudine e coperto di neve!
Arriviamo così abbastanza sfiancati al Terminal dei Bus di Manizales, quando sono le 17, dopo ca. 140 km e cinque intense ore di viaggio. Dal Terminal, dopo esserci preso un rinfresco in uno dei tanti ristoranti, e consultato la 'oficina de turismo' prendiamo un taxi per farci portare all'hotel La Castellana ubicato vicino alla Placa de Toros, nella parte più alta della città. Appena usciti per una prima ricognizione assistiamo ad uno stupendo tramonto con la splendida cornice delle montagne tutt'attorno. La cena la faremo al ristorante 'Travesa' serviti da Cristian, un loquace venezuelano che dice di venire dall'isola Margarida, di avere un figlio di 4 anni che non vede da un anno. Ha molta nostalgia ed è preoccupato dalla grave crisi che sta attraversando il suo paese. Al rientro inizia poi a piovere.

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