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17.03.2019 da Buenaventura a Popayan

Ultima immagine da Bueventura
Oggi partiamo ben rilassati da Bueventura per metterci poi a fine giornata in una Mala-avventura .. per fortuna però senza conseguenze particolari. Per saperne di più seguite con la lettura del presente post. La colazione all'undicesimo piano del nostro Hotel è molto abbondante e completa, dopo diverse mattine qui riceviamo sia un succo di papaya fresca, sia una bella tazza di frutta esotica. Dalla terrazza vediamo uscire una grande nave porta-container, forse quella che avevamo visto scaricare ieri, e entrarne un'altra.



Rinfrescatici e fatti i bagagli ci facciamo portare con un taxi fino al Terminal dei bus. Ho con me anche un paio di scarpe da regalare. Purtroppo qui a questa ora, pare che non siano molto ricercate . Avrò più fortuna dopo la partenza dove vediamo un povero che cammina con una scarpa sola e con i piedi grandi come i miei. Le prende molto contento e ce lo indica per cinque minuti con il pollice alzato.
Turbo fuori uso
Oggi facciamo il viaggio inverso di quello di ieri, partiti alle 9.15 per arrivare al Terminal dei Bus di Cali che sono le 11.00, e ripartire 30 minuti dopo esserci presi un caffè e delle arachidi da mangiare in viaggio. Anche perché ci avvertono che il viaggio a Popayan sarà lungo, visto che la strada è ancora bloccata dagli indigeni che chiedono maggiori diritti e un incontro con il nuovo presidente Ivan Duque. Su questo minibus Renault abbiamo oggi il privilegio di sederci davanti .. abbiano quindi la posizione migliore per scattare foto. Juan il conducente, discutendo della protesta degli indigeni per i loro diritti e l'adempimento degli accordi fatti con il precedente Presidente, ci dice di capire e sostenere le loro rivendicazioni, anche se ciò porta a gravi ripercussioni sui trasporti di
Deviazione del traffico
passeggeri e merci sulla Panamericana, che qui è l'unico collegamento verso le regioni a Sud e verso l'Ecuador. Tutto procede bene per una cinquantina di km fino a Jamundi, ma poi sentiamo come una piccola esplosione e un fischio che si sente uscire dal motore. Al momento, da quello che mi dice Juan, credo che sia una foratura. Poi appena riesce a trovare uno spiazzo si ferma e mi spiega che si è aperto il manicotto che teneva assieme il tubo dell'aria per il turbo. Riprova diverse volte a ripararlo ma invano, ogni volta dopo poche centinaia di metri ecco ancora il colpo ed il sibilo che ci fa capire che il giunto si è riaperto. Dopo tre tentativi Juan si rassegna a farci proseguire con un bus alternativo che arriva appena dopo e ha sufficienti posti a disposizione per tutti i passeggeri.
Lago a Suarez
Con gli amici di Popayan
Il viaggio continua quindi con un altro conducente, un po spericolato e taciturno. La strada è sempre più impervia e a Suarez, prima di in un tratto di ca due km a senso unico, dobbiamo attendere un'ora. Intanto inizia a diventare notte ed il viaggio continua su strade strette e fra paesini molto animati. Una decina di km prima di Popayan rientriamo sulla Panmericana dove vediamo una fila
In attesa di procedere
interminabile di Camion e Bus che attendono di ripartire. L'autista ci dice che l'ultima notizia è che domani mattina alle 5 la strada sarà nuovamente aperta alla circolazione. Noi raggiungiamo così, stanchi e annoiati, il Terminal di Popayan che sono le 19.30. Con un taxi ci facciamo portare all'hotel de Los Andes dove troviamo una piccola ma pulita 'abitacion por esta noche'. Per trovare un ristorante facciamo una camminata verso il centro storico a 'quattro quadras' dove troviamo il 'nobile' ristorante 'La cosecha'. Per recuperare un po le energie della giornata senza pranzo ci concediamo; Maggie una 'trucha a la plancha' di almeno mezzo chilo, mentre io mi sbaffo un Chateaubriand enorme, ma con un po troppo formaggio sopra. Dalle prime impressioni il centro storico do Popayan è veramente notevole per cui abbiamo deciso di ritornare domani mattina a fare una visita più approfondita.




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