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26.01.2019: da Quepos a Uvita

Fra le piantagioni di palma da olio
Colazione, arricchita dal notevole mango comperato ieri, al ristorante accanto all'hotel. Ci spostiamo poi al Terminal dei bus dove ci mettiamo alla ricerca di quello che parte per Uvita. Secondo l'orario online consultato ieri sera dovrebbe partire alle 10.00. Atteso per almeno mezzora dopo le 10 ma il bus non c'è, o è già partito. Visto che qui nessuno sa dirci esattamente quando parte il prossimo, qualcuno dice fra un'ora, una altro dice solo alle 14, decidiamo di optare per il viaggio in taxi con il taxista William, un ex elettricista in pensione.

Palme morte 

Trasporto dei frutti della palma
Con un po di trattativa tattica riusciamo a ridurre il costo da 40 a 30US$, e così partire immediatamente. Il percorso di oggi è contrassegnato dalle enormi ed estese coltivazioni delle palme olio che anche qui stanno diventando un piaga. Lo si nota anche 
Fabbrica di olio di palma
 
dalle piante già morte e abbandonate. Arriviamo a Uvita, passando da Dominical in meno di un'ora e veniamo 'scaricati' al bordo della Panamericana, che qui chiamano Interamericana, davanti al ristorante Maracuyà. Qui ci facciamo naturalmente servire proprio un buon 'jugo de maracuyà' (frutto della passione). La ricerca dell'hotel adeguato è qui resa difficile dalle lunghe distanze fra l'uno e l'altro. Faccio solo un tentativo nella vicinanza, a nord della Interamericana, e dopo averne trovati due con 'todos occupados' trovo posto al più vicino di tutti, l'hotel Tucan. 
Capanna sul Mango
 
Fra le proposte mi lascio sedurre dalla 'Three House'; una capanna costruita su un grande albero di mango. Una costruzione molto particolare inserita fra i tre rami principali dell'albero, vedi foto. L'unica 'mancanza' è quella del 'baño privado'.
Vista dall'interno
Dovremo far capo al 'baño compartido' del dormitorio, ma il posto è così 'particolare' che possiamo accettare anche questa piccola mancanza. Quando facciamo il check-inn scopriamo che le due ragazze che mi hanno servito alla ricezione sono: Alessandra da Arona e Serena da Ventimiglia. Sono anche loro in viaggio, ma si sono fermate qui per un programma di vacanza-lavoro. Si occupano della ricezione e hanno vitto ed alloggio gratuito e intanto imparano bene lo spagnolo e l'inglese. Preso posto sull'albero partiamo subito per fare una camminata verso la costa dove si trova il Parco Nazionale 'Las Ballenas'.
Guado del Rio 
Purtroppo scegliamo il percorso più lungo e laborioso dato che dalla cartina pensiamo che l'attraversamento del Rio Uvita è tramite un ponte. Il ponte però non esiste e dobbiamo attraversare il fiume guadandolo, per fortuna l'acqua è bassa e ci arriva solo fino alle ginocchia. Attraversato il fiume dopo una lunga resistenza da parte di Maggie, arriviamo rapidi al centro del villaggio, che penavamo fosse molto più grande. Da qui dopo altri 2km arriviamo alla spiaggia a sud del parco. La spiaggia è molto bella e fotogenica, ma da qui non vediamo la coda della
balena. Il parco è noto, non solo per la possibilità di avvistare le balene,ma anche per una spiaggia che vista dall'alto ha la forma della coda di una balena. Da dove siamo vediamo solo la punta della ben frequentata spiaggia che forma la punta sud della coda. Intanto siamo già verso sera e ci appostiamo per assistere al tramonto con tante palme e un mare che continua a salire verso l'alta marea. Lo spettacolo del tramonto sarà maestoso e in continuo cambiamento, tanto che non posso resistere di continuare a scattare foto.
Tramonto 'elettrizzante'
Alla fine saranno, dopo la necessaria selezione, 32 foto: credo un nuovo record per un tramonto. Terminato lo 'stress fotografico del tramonto' andiamo a cena al vicino ristorante Playa Uvita , dove io prendo la solita eccellente 'sopa de marisco', mentre Maggie riceve un pesce intero fritto di dimensione jumbo. Con un taxi ritorniamo poi al nostro alloggio nella capanna sull'albero di mango.




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