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Fra le piantagioni di palma da olio |
Colazione, arricchita dal notevole mango comperato ieri, al ristorante accanto all'hotel. Ci spostiamo poi al Terminal dei bus dove ci mettiamo alla ricerca di quello che parte per Uvita. Secondo l'orario online consultato ieri sera dovrebbe partire alle 10.00. Atteso per almeno mezzora dopo le 10 ma il bus non c'è, o è già partito. Visto che qui nessuno sa dirci esattamente quando parte il prossimo, qualcuno dice fra un'ora, una altro dice solo alle 14, decidiamo di optare per il viaggio in taxi con il taxista William, un ex elettricista in pensione.
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Palme morte |
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Trasporto dei frutti della palma |
Con un po di trattativa tattica riusciamo a ridurre il costo da 40 a 30US$, e così partire immediatamente. Il percorso di oggi è contrassegnato dalle enormi ed estese coltivazioni delle palme olio che anche qui stanno diventando un piaga. Lo si nota anche
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Fabbrica di olio di palma |
dalle piante già morte e abbandonate. Arriviamo a Uvita, passando da Dominical in meno di un'ora e veniamo 'scaricati' al bordo della Panamericana, che qui chiamano Interamericana, davanti al ristorante Maracuyà. Qui ci facciamo naturalmente servire proprio un buon 'jugo de maracuyà' (frutto della passione). La ricerca dell'hotel adeguato è qui resa difficile dalle lunghe distanze fra l'uno e l'altro. Faccio solo un tentativo nella vicinanza, a nord della Interamericana, e dopo averne trovati due con 'todos occupados' trovo posto al più vicino di
tutti, l'hotel Tucan.
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Capanna sul Mango |
Fra le proposte mi lascio sedurre dalla 'Three House'; una capanna costruita su un grande albero di mango. Una costruzione molto particolare inserita fra i tre rami principali dell'albero, vedi foto. L'unica 'mancanza' è quella del 'baño privado'.
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Vista dall'interno |
Dovremo far capo al 'baño compartido' del dormitorio, ma il posto è così 'particolare' che possiamo accettare anche questa piccola mancanza. Quando facciamo il check-inn scopriamo che le due ragazze che mi hanno servito alla ricezione sono: Alessandra da Arona e Serena da Ventimiglia. Sono anche loro in viaggio, ma si sono fermate qui per un programma di vacanza-lavoro. Si occupano della ricezione e hanno vitto ed alloggio gratuito e intanto imparano bene lo spagnolo e l'inglese. Preso posto sull'albero partiamo subito per fare una camminata verso la costa dove si trova il Parco Nazionale 'Las Ballenas'.
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Guado del Rio |
Purtroppo scegliamo il percorso più lungo e laborioso dato che dalla cartina pensiamo che l'attraversamento del Rio Uvita è tramite un ponte. Il ponte però non esiste e dobbiamo attraversare il fiume guadandolo, per fortuna l'acqua è bassa e ci arriva solo fino alle ginocchia. Attraversato il fiume dopo una lunga resistenza da parte di Maggie, arriviamo rapidi al centro del villaggio, che penavamo fosse molto più grande. Da qui dopo altri 2km arriviamo alla spiaggia a sud del parco. La spiaggia è molto bella e fotogenica, ma da qui non vediamo la coda della

balena. Il parco è noto, non solo per la possibilità
di avvistare le balene,ma anche per una spiaggia che vista dall'alto
ha la forma della coda di una balena. Da dove siamo vediamo solo la
punta della ben frequentata spiaggia che forma la punta sud della
coda. Intanto siamo già verso sera e ci appostiamo per assistere al
tramonto con tante palme e un mare che continua a salire verso l'alta
marea. Lo spettacolo del tramonto sarà maestoso e in continuo
cambiamento, tanto che non posso resistere di continuare a scattare
foto.
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Tramonto 'elettrizzante' |
Alla fine saranno, dopo la necessaria selezione, 32 foto: credo
un nuovo record per un tramonto. Terminato lo 'stress fotografico del
tramonto' andiamo a cena al vicino ristorante Playa Uvita , dove io prendo la solita eccellente 'sopa de marisco',
mentre Maggie riceve un pesce intero fritto di dimensione jumbo. Con
un taxi ritorniamo poi al nostro alloggio nella capanna sull'albero
di mango.
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