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02.01.2109: da El Rama alla Isla del Maìz (Corn Island)

Tutti a bordo della Panga
Stamattina, causa la partenza mattiniera, già alle 6, della Panga per Bluefield, non abbiamo neanche il tempo per fare colazione. Ciò che ci sarà di vantaggio nel proseguo del viaggio. La partenza, con la barca completa, ha un ritardo di 20 minuti, dovuto anche dai laboriosi lavori di carico di tutto quanto viene trasportato assieme a noi. Il viaggio sul calmo Rio Escondido è abbastanza tranquillo. Solo interrotto da un paio di scrosci di pioggia che ci obbligano a ripararci sotto un foglio di plastica che ci tiriamo sopra le teste per non bagnarci troppo!

Ai lati del fiume vediamo solo qualche capanna e, nella parte bassa, molte piantagioni di banane e canna da zucchero.
Raggiungiamo il piccolo molo delle Panga a Bluefield alle 7.45. Qui abbiamo giusto il tempo per spostarci al vicino molo delle imbarcazioni marine. In un grande caos di gente riusciamo a salire a bordo e dopo una lunga fila, anche a comperare i biglietti per 255 colones (ca. 8US$) a testa. Con noi salgono anche, come unici turisti westen due giovani danesi. Poi dopo che
Al porto di Bluefield
l'imbarcazione 'Bluefield Express', chiamata anche incorrettamente Ferry, ha finito il laborioso carico della merce, inizia la navigazione. Prima nella grande baia davanti a Bluefield, molto tranquilla e con l'avvistamento di pellicani, gabbiani, fregate e cormorani. Poi passato il porto di El Bluff, dove vediamo i resti di varie navi affondate, si entra nell'Atlantico e, con le prime onde, la calma è finita. Mi trovo a prua quando una perfida onda provoca un sobbalzo tale che dallo spruzzo mi prendo un vero 'battesimo marino' Non mi resta che rifugiarmi all'interno dove Maggie riserva i posti. Da qui via il viaggio
Carico e scarico al porto
diventa un vero tormento, si traballa da tutte le parti, con sobbalzi di vari metri. Neanche pochi minuti e il danese davanti a noi inizia a vomitare, lei lo sostiene e inizialmente sorride, ma non dopo molto tempo tocca anche a lei. All'arrivo ci diranno di aver fatto un viaggio orribile. Intanto poi uno dopo l'altro iniziano a vomitare tanto che quello che distribuisci i sacchetti di plastica ha il suo da fare! Mentre Maggie resiste imperterrita, anch'io comincio ad avere mal di testa e accenni di vomito, ma non avendo mangiato niente finora mi sento sicuro e bevo regolarmente dei sorsi d'acqua. Ma poi ad una mezz'ora
A bordo del Bluefield Express
dell'arrivo anch'io devo fare la corsa al bagno per vomitare quel poco di acqua che avevo bevuto. Per fortuna stiamo per arrivare ed in lontananza vediamo già l'isola e si avvicina la fine di questa turbolente avventura. Finalmente il tormento finisce alle 16, dopo 6 ore di navigazione. Per sollevarci un po dagli strapazzi, appena scesi e salutati i danesi, ci rifugiamo al vicino ristorante Fishers Cave dove facciamo, affamati come siamo, un pranzo – cena, con 'camarones al vapor' accompagnati da 'bien frias cervezas'. Ben rifocillati ci facciamo portare in taxi all'Hotel Paraiso Beach. Siamo così stanche che non ci resta che fare la doccia ed andare a dormire. Per alcuni istanti mentre sono sdraiato mi sembra ancora di sentire le ondulazioni del mare.

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