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15.12.2018: da San Josè a Cartago

Stazione del treno a San Josè
Stamattina ci alziamo con comodo dato che prevediamo di partire in treno per Cartago; il solo grande quesito è: circola oggi che è sabato il treno per Cartago? Il dubbio è d'obbligo dato che oggi qui a San Josè ci dicono c'è la grande “Fiesta de la Luz”. Una festa che mobilita sull'Avenida Central, ci dicono, un milione di persone. Una ragione in più per lasciare la città. Per il treno chiedo alla ricezione, e la risposta, dopo consultazione su Internet è: si, circola. Con un certo dubbio esco in strada per fare due passi e vedere la preparazione della Fiesta.

Qui mentre vedo transenne posate dappertutto incontro Estefan, la nostra guida di ieri, che mi dice: assolutamente i treni oggi non circolano. C'è troppa gente in giro! Quindi siamo a un si e a un no. Non mi resta quindi altro, per essere sicuro, di andare alla stazione a verificare. Una camminata di circa un km che però vale la pena dato che mi dicono che i treni circolano normalmente, malgrado il giorno di festa. Ritorno cosi in camera per fare i bagagli e ritornare alla ”Estacion del Ferrocarril” per prendere il treno delle 10 per Cartago. A sorpresa il biglietto per noi
pensionati (qui “over 64” o “adultos mayores”) è gratuito! Il trenino a due carrozze traballanti percorre i 24 Km, salendo dai 1'100 ai 1'450 m/slm di Cartago, in poco più di un'ora passando per zone intensamente abitate e fra piantagioni di caffè. Siamo su un altopiano con a est la catena montagnosa centrale con i vari vulcani come il Poàs, l'Irazù e il Turrialba, mentre a ovest si intravvede in lontananza la catena montuosa della costa del Pacifico. Dalla stazione facciamo poi una sfacchinata di 1km fino all'hotel Aye Home. Intanto una ruota della valigia di Maggie comincia a dare segni cedimento per cui a metà strada ci fermiamo in un ristorantino a rifocillarci con delle buone tortilla ripiene accompagnate da un “jugo de mango”. Passiamo poi accanto alla grande basilica de “la
Virgen de Los Angeles” prima di arrivare, a due passi, all'alloggio familiare “Ary's Home” che avevamo prenotato, ma che troviamo con qualche difficoltà perché le strade non sono mal segnalate e non vi è nessuna indicazione presso l'ostello. Dopo aver conosciuta Jakie (da Jakie Kennedy), passiamo a fare una visita alla imponente e vicina basilica in qual mentre è in corso un matrimonio. La Basilica per il posto dove ci troviamo è enorme e sovradimensionata. La sua storia si basa sul ritrovamento di statuina della madonna nera che venne trovata nel bosco, portata a casa, ma poi per più volte ritorna (miracolosamente) nel suo posto di ritrovamento. E' visitata e venerata dai pellegrini che arrivano da ogni parte dell'America centrale. A due passi dalla Basilica
troviamo, con nostra sorpresa il ristorante “Gubser Ticino”. Passeremo qui il resto del pomeriggio, inclusa la cena con Paolo e la mamma Silvia che si trova qui in visita per un mese. Paolo ci racconta che è emigrato qui da un anno e mezzo, dopo il fratello che vive anche lui qui a
Cartago e gestisce una pizzeria. Ci dice che lavorava alla Coop di Tenero e di essere stato attirato qui dopo l'esperienza del fratello e del matrimonio con una costaricana. Con la mamma Silvia che vive a Bellinzona passeremo un bel pomeriggio di conversazione sul balcone del ristorante rinfrescati dal vento e da una “cerveza Imperial”.

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